Ma i colori della frutta, delle verdure, delle spezie disposte nei mercati indiani, quelli no, non avrei potuto dimenticarli.
Sotto il sole tremolante, come una fiaccola, avevo visto il verde intenso dei fagiolini appena raccolti.
Avevo visto le piantagioni che Colombo scoprì per la prima volta in Perù, e dalle quali era rimasto così affascinato da decidere di portare con sé un po' di queste verdure.
Pensavo che se un Eden fosse mai esistito, lussureggiante e ricco di piante, sicuramente avrebbe avuto quel colore, sconfinante nell'azzurro del cielo.
In Cina avevo visto, per le strade piene di vita e di terra, i cuochi saltare le pietanze nei wok neri di ferro e fuoco. Nei vicoli di una città antica e proibita, la musica che udivo proveniva da strani hang, i loro accordi mescolati con altri indefinibili strumenti a corda.
In un negozio d'antiquariato, avevo assistito alla vendita di alcune strane invenzioni collegate al wok, chiamato arcaicamente guo dal commerciante locale.
Ringrazio la sorte per aver visto tutto questo.
Ma - ahimé - ogni viaggio arriva ad una fine.
Tornato in Italia, parlai con un contadino, che mi elencò le varie specie di fagiolini esistenti. Si congratulò con me per avergli portato un “souvenir” dalle Americhe, e per ringraziarmi mi snocciolò qualche proverbio di antica saggezza popolare.
Finito per caso in una zona rurale dell'Emilia, assistetti ad una rappresentazione carnevalesca che aveva Fasulén come protagonista.
Ridetti, piansi, tutto questo feci durante il mio splendido viaggio.
Un viaggio che, chissà, è la vita stessa.
Mi auguro di avervi trasmesso qualche emozione, giacché è arduo trasmettere insegnamenti.
Ci incontreremo forse in qualche rione, in qualche vicolo, in qualche piazza pullulante di gioiosa vita, se questa avrà in serbo per noi qualche sorpresa.
Nel frattempo vi auguro di vedere, sentire, odorare, sperimentare, gioire.
Davide Vertone
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Vi saluto con questi video trovati in rete, che mostrano il potenziale della fusione tra cibo e design.
Arrivederci, lettori!